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Comunicato stampa n.22 - 18/10/2006 Vedi anche:
“La devozione alla Madonna del Popolo”

L’immagine esposta alla venerazione dei fedeli domani alla celebrazione eucaristica che presiederà il Santo Padre allo Stadio “Bentegodi” di Verona è l’antico simulacro quattrocentesco della Madonna del Popolo che stava in Cattedrale prima della sostituzione operata dal cardinale Bartolomeo Bacilieri nel 1921 con l’attuale statua di Vincenzo Cadorin. La perplessità dei veronesi per quella sostituzione è registrata nei Cenni storici della Chiesa veronese di Gian Battista Pighi. Questa statua quattrocentesca, restaurata nel 1958 per interessamento di Mons. Pietro Albrigi  è custodita nella Cappella delle Suore di Don Mazza. L’iconografia è quella classica di altre immagini dello stesso periodo particolarmente venerate in territorio veronese: la Vergine orante seduta in trono contempla sulle ginocchia il Bambino (non coevo alla Vergine). La decisa frontalità della Madre di Dio, la costruzione allungata del busto, il lieve volgersi ed inclinarsi del volto ovale con le guance rosee, l’abbagliante eleganza del manto d’oro il cui cappuccio vela parzialmente il capo collocano l’immagine nell’alveo della cultura umanistica veronese di metà ‘400. Bisognosa di un accurato restauro, l’immagine non cela la temperie culturale da cui è uscita e sulla quale getta straordinaria luce la mostra su Mantegna e le Arti a Verona.

 

La devozione mariana è attestata in Duomo fin dai primi secoli; i documenti chiamano la Cattedrale: Ecclesia Sanctae Dei Genitricis Mariae o Ecclesia Matricularis o, nel X secolo, Sancta Maria Mater Domini. Il codicillo del vescovo Notkero (911-928) vi registra un Consortium Virginis Mariae e il Carpsum del cantore Stefano testimonia che, nell’XI secolo, davanti all’altare della Madonna si cantavano orazioni ed antifone. Già prima del 1286 l’Arciprete del Capitolo aveva stabilito che ogni sabato si celebrasse in Cattedrale una Messa in onore della Madonna. E’ in questo periodo che, probabilmente, compare il titolo che esalta la maternità di Maria con riferimento alla città di Verona: nel 1310 Alboino della Scala, Signore della città, promette protezione al Capitolo della Cattedrale principalmente perché esso è dedito al culto della chiesa della Madonna quae est incolarum Veronensium defensatrix. L’attuale cappella della Madonna del Popolo fu costruita nel 1440 dal canonico Malaspina. Il canonico dispose per testamento anche l’arredo liturgico ed è da supporre che di tale arredo facesse parte anche la nostra statua.

 

Il titolo di Madonna del Popolo, con il quale la pietà popolare esprime la devozione alla Vergine, esalta il suo particolare patrocinio accordato ai veronesi in tempi di calamità. Il titolo fu coniato dal vescovo Marco Giustiniani il 15 aprile del 1645, allorquando incoronò l’effige per la fine della pestilenza. Nel 1770 il vescovo Nicolò Antonio Giustiniani ottenne dal Capitolo Vaticano d’incoronare il simulacro con le corone d’oro, dette imperiali, riservate alle immagini più antiche e venerate. Da allora in Cattedrale alle Litanie Lauretane si aggiunge l’invocazione Regina Coronata, ora pro nobis. La sera dell’8 settembre 1943, mentre la guerra infuriava, davanti ad un’incontenibile folla, il Vescovo Girolamo Cardinale chiedeva con voto alla Madonna del Popolo la salvezza della città. Il voto fu sciolto con l’erezione del Tempio Votivo sul piazzale della stazione ferroviaria.

 

 



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