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Campania
La vita. Giovanni Palatucci nacque in Irpinia, a Montella (AV), il 31 maggio 1909 da Felice e Angelina Molinari. Laureato in Giurisprudenza e superati gli esami da procuratore legale, frequentò a Roma, presso la Scuola superiore di Polizia, un corso per vice commissario di pubblica sicurezza. Assegnato inizialmente a Genova, il 15 novembre 1937 fu trasferito alla Questura di Fiume, dove gli fu affidata la direzione dell'Ufficio stranieri con la qualifica di commissario. Dopo l'emanazione delle leggi razziali antisemitiche nel 1938, si impegnò nell'aiuto agli ebrei e a tutti coloro che, a causa dell'occupazione tedesca, si trovavano a transitare dal confine istriano verso luoghi più sicuri. Il pensiero. "Ho la possibilità di fare un po' di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare". È quanto scriveva l'8 dicembre 1941 Giovanni Palatucci in una lettera inviata ai genitori. Niente di speciale davvero, se non fosse che quel "po' di bene", compiuto nel più totale sprezzo del pericolo e in tempi difficili, significò la salvezza di migliaia di ebrei. Hanno detto di lui. Lo zio mons. Giuseppe Maria Palatucci ricordò in un'intervista: "Egli evitò la cattura di molti israeliti o facendo in modo che l'ordine non arrivasse, o personalmente estradando gli israeliti verso l'Italia, tanto è vero che molti da Fiume passarono a Campagna, dove io ero vescovo, sicché dalle mani sue venivano poi alle mani mie; li aiutò in tanti modi, da poter riuscire a salvare la vita di numerosissimi israeliti". Amos Luzzatto, già presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane, ha detto di Palatucci: "Riposi in pace questo vero eroe, questo nostro fratello, che, con il suo sacrificio disinteressato e nobile, dopo la più grave persecuzione della nostra storia, ci ha fatto riconquistare, malgrado tutto, la possibilità di sperare ancora nell'uomo". "Giovanni è andato oltre il precetto ama il prossimo tuo come te stesso, poiché ha amato il suo prossimo più di se stesso": è il pensiero di Rozsi Neumann, ebrea salvata, assieme al marito, da Palatucci. Processo di beatificazione e riconoscimenti. Il 16 febbraio 2004 si è concluso ufficialmente, presso il Tribunale diocesano, il processo di I grado per la beatificazione di Giovanni Palatucci, già definito servo di Dio. Le fasi di canonizzazione erano iniziate il 9 ottobre del 2002 su richiesta dell'associazione "Giovanni Palatucci". Nel 1953, invece, a Ramat Gan, presso Tel Aviv, fu dedicata una strada a tutti coloro si sono prodigati per la salvezza delle persone di fede ebraica e tra questi anche a Giovanni Palatucci.
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