"Nell'imminenza della celebrazione del 4° Convegno Ecclesiale nazionale, che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre, i vescovi hanno voluto rimarcare con soddisfazione la corale e motivata attenzione e il forte coinvolgimento delle comunità ecclesiali nel cammino preparatorio". Si legge nel comunicato finale dei lavori del recente Consiglio Episcopale Permanente svoltosi a Roma dal 18 al 20 settembre 2006.
Il Convegno, come quelli che l'hanno preceduto, è chiamato a scandire il cammino della Chiesa in Italia in stretta connessione con le vicende della società ed è proteso a favorire una rinnovata missionarietà nel mutato quadro ecclesiale e culturale. In particolare, in piena sintonia con le osservazioni fatte dal Cardinale Presidente nella sua Prolusione, i vescovi hanno ribadito come occorra interagire con l'emergere di una nuova "questione antropologica", con la crescente interrelazione tra i continenti e tra le civiltà, con l'esigenza di una più forte comunione ecclesiale e di una più significativa incidenza dei cattolici nella "cultura pubblica". Per i vescovi, inoltre, il persistere di una diffusa mentalità soggettivistica e l'aggravarsi della deriva etica, come anche la costante insidia di una secolarizzazione che tocca anche la Chiesa, sono indicatori di un contesto che chiede una più luminosa e coerente testimonianza di tutte i membri del popolo di Dio, con particolare attenzione alla presenza e al ruolo dei cristiani laici. Nel richiamare il lavoro di preparazione al Convegno, il Card. Dionigi Tettamanzi, Presidente del Comitato preparatorio, ha potuto mostrare come l'opzione metodologico-contenutistica dell'articolazione dei temi in cinque ambiti (affetti, lavoro e festa, fragilità, tradizione, (cittadinanza) abbia incontrato un ampio e generalizzato consenso; ciò lascia intuire sviluppi interessanti per il superamento di talune prassi pastorali frammentate e settoriali. Apprezzata, inoltre, l'articolazione del cammino preparatorio nelle cinque tappe che hanno scandito l'ultimo anno di avvicinamento al Convegno: cinque eventi che hanno proposto in modo originale e dinamico le tematiche degli ambiti, con lo specifico obiettivo di mantenere vive a livello locale l'attenzione e la tensione verso il Convegno. Si delinea così un superamento del tradizionale schema convegnistico (relazioni, discussione, gruppi di studi, documenti conclusivi.) in favore di modalità più vivaci e coinvolgenti. Nel riferirsi alla prossima celebrazione del Convegno, i vescovi hanno espresso gratitudine e apprezzamento per le relazioni pervenute dalle sedici Regioni ecclesiastiche, sintesi dei cammini diocesani, e per i contributi inviati da istituti di vita consacrata e da aggregazioni ecclesiali e organismi nazionali. Da tali contributi emerge l'auspicio di una comunità di credenti con il "volto di famiglia, costruita attorno alla domenica, forte delle sue membra più deboli, in cui le diverse generazioni si frequentano, dove tutti hanno cittadinanza e la vivono nel mondo". Infine, i vescovi, ribadendo l' importanza del lavoro nei gruppi di studio, hanno espresso l'auspicio che il Convegno possa costituire una reale occasione di dialogo e di partecipazione e i convegnisti si possano esprimere liberamente, interpretando il loro ruolo di protagonisti e delegati capaci di delineare, in piena comunione con i loro pastori, i futuri orizzonti culturali e pastorali della Chiesa italiana.
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